martedì 2 ottobre 2012

Il nuovo bando di Intercultura

Questo l'articolo di affaritaliani.it

In tempo di crisi sono sempre di più gli studenti italiani che decidono di andare all'estero per studiare e acquisire una formazione solida sulla quale costruire il proprio futuro. Proprio per dare loro la possibilità di realizzare i propri sogni si apre, dal 1 settembre al 10 novembre, il bando di Intercultura. L’invito è rivolto ai ragazzi nati tra 1 luglio 1995 e il 31 agosto 1998 (ovvero, indicativamente di 15-17 anni di età), che si dovranno iscrivere alle prove di selezione che metteranno in palio circa 1600 posti e un migliaio di borse di studio totali o parziali.

Oltre 60 le mete possibili in tutti e 5 i continenti, con le novità dei programmi annuali Un periodo di studio all’estero, certo, può essere gravoso per le tasche di una famiglia media italiana. Per questo, anche quest’anno Intercultura garantisce 447 borse di studio (di cui 40 totali, che prevedono il pagamento solo di € 800,00 per le spese di selezione) per consentire la partecipazione ai programmi degli studenti più meritevoli e bisognosi di sostegno economico.

A queste borse di studio messe a disposizione dall’Associazione Intercultura se ne aggiungeranno in autunno altre centinaia (nell’anno appena concluso sono state 467) tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni ed enti locali (l’elenco sarà via via aggiornato sul sito www.intercultura.it). Intercultura stima che un numero analogo sarà disponibile anche nel prossimo autunno, portando così nel complesso a circa mille il numero totale di borse e contributi che saranno disponibili per il nuovo bando.

Le mete più gettonate si stanno diversificando rispetto al passato: la pattuglia dei 1600 e passa ragazzi partiti quest’estate ha eletto come patria putativa per quest’anno scolastico dunque, nel 21% dei casi l’America Latina, nell’11% l’Asia, nel 2% l’Africa, tra Kenya e Sudafrica (nel 2000 vi si recavano il 7% e l’1% sia per quanto riguarda l’Asia che l’Africa). Tra le destinazioni, il Brasile (scelto da 55 ragazzi), l’Argentina (84), il Cile (28), il Venezuela (16), ma anche quelle impensate sino a qualche anno fa e che invece stanno vivendo un rinascimento culturale come il Costarica (54), l’Honduras (31), la Colombia (8), l’Ecuador (10), Panama (9), il Messico (8), il Paraguay (9), la Rep.Dominicana (22).

Dall’altro capo del mondo, sono 78 gli studenti in Cina, 19 in Giappone, 17 in India, 10 ad Hong Kong e altrettanti in Malesia, 49 in Thailandia. Chi invece ha preferito l’Europa (sono il 37% mentre 12 anni fa la percentuale era il 48%) non ha scelto solamente i Paesi più classici, ma anche quelli scandinavi (87 in Finlandia, 26 in Norvegia, 7 in Islanda, 17 in Svezia, 29 in Danimarca) e quelli slavi (31 in Russia, 8 in Lettonia, 3 nella Rep.Ceca, 2 in Bosnia, 4 in Croazia). Gli Stati Uniti e il Canada (23%) rimangono sempre i Paesi più richiesti, come l’Australia e la Nuova Zelanda (6), ma in misura minore rispetto all’inizio di questo nuovo millennio (rispettivamente 29% e 14%).

In questi Paesi gli studenti italiani, la maggior parte del terzo e del quarto anno di scuola superiore, accolti gratuitamente da una famiglia locale, stanno imparando sì una nuova lingua (non più solo l’inglese già appreso in Italia, ma il cinese, lo spagnolo, l’arabo, le lingue scandinave), ma svilupperanno quelle competenze che li aiuteranno ad avere una marcia in più nel mondo professionale e nelle relazioni interpersonali.

Secondo le ricerche di Intercultura e del network AFS Intercultural programs di cui l’Associazione è partner (ad esempio quella condotta dal Prof. Mitchell R. Hammer, docente all’American University di Washington, su 1.500 studenti) il risultato più importante di queste esperienze è quello di sentirsi a proprio agio in ambienti internazionali. Questo grazie allo sviluppo di una forte confidenza con la lingua straniera (il 12% raggiunge un bilinguismo perfetto e il 35% parla fluentemente una seconda lingua), all’aumento dell’interazione con altre culture (da un 9% prima di partire al 13% una volta rientrati), e della quota di amicizie con persone di altri Paesi (dall’11% a 23%).

Infine, tra le competenze che vengono a svilupparsi, vi sono una maggiore capacità di adattabilità, di presa di coscienza delle opportunità, un maggior pensiero critico, un’accresciuta indipendenza, una forte capacità di gestire l’ansia in situazioni di novità, la consapevolezza e l’apprezzamento del proprio Paese di origine e della propria cultura. Il prossimo anno scolastico altri 1600 ragazzi avranno la possibilità di aprire la propria mente al mondo.

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