mercoledì 6 luglio 2011

In Europa oltre un milione di offerte

Dal Sole 24 ore


Ogni anno 20mila studenti italiani scelgono di andare a lavorare all'estero durante l'estate - SU INTERNET - Punto di partenza della ricerca è il sito web dell'Eures, la rete Ue dei centri nazionali per l'impiego


Giacomo Bassi

L'anno accademico e quello scolastico stanno per finire: ancora pochi giorni tra i banchi e poi i quasi cinque milioni di studenti italiani cominceranno le vacanze estive. Ma non tutti sceglieranno di riposarsi dopo i dieci mesi di studio: sono infatti sempre di più i giovani, soprattutto tra gli universitari, che decidono di trascorrere luglio e agosto a lavorare in un Paese straniero. Un modo per cominciare un percorso occupazionale virtuoso, acquisire competenze e imparare una nuova lingua o semplicemente per fare un'esperienza di vita all'estero, magari con l'obiettivo, a medio termine, di lasciare l'Italia e trasferirsi oltre confine. E per cominciare, e per capire cosa significa emigrare, niente di meglio che qualche mese come cuoco, cameriere, animatore turistico o raccoglitore di frutta e verdura fuori dal Belpaese.

Secondo le stime, sono oltre ventimila i giovani italiani che ogni anno si "disperdono" in tutta Europa per un lavoro stagionale. Tra le mete più ambite, le grandi capitali e le località turistiche più frequentate: la Grecia e la Spagna ma anche e sempre di più i Paesi Scandinavi e la Germania. Luoghi che consentono ai ragazzi di coniugare lavoro e vacanza, e che si affiancano ad altre decine di destinazioni in tutto il mondo nelle quali è possibile svolgere ogni tipo di impiego. Perché non di sola industria turistica vive l'estate. Le professioni legate all'ospitalità (addetti negli hotel o nella ristorazione, animatori nei villaggi o nei grandi parchi divertimenti) sono ancora quelle che attirano la maggior parte dei giovani, ma anche l'agricoltura, l'assistenza sanitaria e i servizi sono diventati a pieno titolo dei comprimari nel panorama del lavoro stagionale. Ecco quindi che sempre più spesso è possibile trovare un impiego come raccoglitore di frutti di bosco in Inghilterra, di mele nella Loira, di tabacco in Alsazia; crescono le opportunità di lavorare in una fattoria in Cina o in Perù; sempre più giovani sono ricercati dalla grande distribuzione negli Stati Uniti, che li impiega per far fronte alle ferie estive dei propri dipendenti, o nei call center di mezzo mondo. 

I ragazzi e le ragazze che vogliano fare questo tipo di esperienza, insomma, non hanno che l'imbarazzo della scelta sia per quanto riguarda le destinazioni sia per le occupazioni. Così, per cominciare a districarsi nella giungla delle offerte, si può partire dal sito web dell'Eures, la rete europea dei centri nazionali per l'impiego, che registra 1.054.904 offerte di lavoro in tutto il Vecchio Continente. Attraverso le pagine del portale è possibile inserire il proprio curriculum vitae, controllare le posizioni aperte nei singoli Paesi (sono 31 gli aderenti alla rete) con le relative retribuzioni e anche ottenere suggerimenti e informazioni sulle pratiche burocratiche da espletare prima di partire. Unico vincolo, quello del raggiungimento della maggior età: «L'utente tipo che si rivolge a noi studia all'università o si è appena laureato, vuole acquisire competenze che in Italia non sono facili da trovare e ha una forte propensione all'internazionalità - spiega la consulente dell'Eures Lucilla Ricci -. Questi giovani vogliono avere il primo contatto con il mondo del lavoro e insieme confrontarsi con realtà diverse da quelle di origine per due o tre mesi o per periodi più lunghi».

Un'occasione non solo di crescita personale ma anche di affinamento dei propri skills: «È molto importante che i ragazzi italiani possano avere l'opportunità di trascorrere un periodo di studio o lavoro all'estero, per tornare in Italia con nuove competenze e un bagaglio di esperienze che li renda davvero competitivi sul mercato - spiega Daniele Lunetta, capo progetto dell'Eures -. Attraverso la mobilità internazionale i giovani possono aprire i propri orizzonti e diventare più indipendenti, oltre a imparare o perfezionare la conoscenza di una lingua straniera, requisito fondamentale per affrontare le sfide del mercato». Un mercato che apre le sue porte, appunto, anche a chi non ha ancora terminato il proprio percorso di studi: «Gli italiani - conclude Lunetta - sono particolarmente richiesti nel settore turistico-alberghiero, in quello ingegneristico e anche nel sanitario e farmaceutico, aree di eccellenza del nostro Paese».

Ma non c'è solo l'Eures a incentivare la mobilità transnazionale: numerose sono infatti le agenzie di ricerca di personale che fanno incontrare la domanda e l'offerta di posti di lavoro dedicati agli studenti.

Summerjobs.com, ad esempio, è una società fondata nel 1996 proprio a questo scopo: «C'è poco di più importante per uno studente - spiegano dal quartier generale della compagnia, in Massachusetts - che diverse esperienze di lavoro accessibili durante l'estate. I lavori stagionali non solo aiutano dal punto di vista economico ma offrono ai ragazzi anche l'opportunità di acquisire nuove competenze, incontrare persone di diverse culture, e assaporare un'esperienza di vita da lavoratore». Nel sito della società, chi voglia partire per un periodo compreso tra una settimana e due mesi negli States potrà scegliere tra quasi duemila offerte: guarda boschi nel Maine, animatore a Disneyworld in Florida, assistente personale in Texas, impiegato a New York. Sempre sul fronte anglosassone c'è poi Justjobs4students, che cerca 1.890 figure professionali da inserire in altrettante aziende britanniche per la stagione estiva o per periodi più lunghi, fino a un anno. Le retribuzioni medie, in tutti i casi, sono superiori a quelle italiane: un cameriere assunto in un ristorante del Buckinghamshire (è una delle offerte della società) può guadagnare fino a 11 sterline l'ora, mentre un venditore di prodotti assicurativi di un'agenzia di Glasgow ha uno stipendio entry-level che parte da 1.600 sterline al mese, circa 1.800 euro. Non proprio spiccioli per chi a settembre tornerà a studiare.

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